Il pianista di Henry
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In collaborazione con: Ignazio Fulghesu, alias Sciollorius
Testo: Ignazio Fulghesu, alias Sciollorius
Il pianista di Henry K.
Le decisioni da prendere, quasi sempre al telefono, erano spesso velenosissime.
Ma Henry K. era talmente cinico e risoluto da non farsi troppi problemi. A suo dire però, la forma non doveva essere trascurata: si poteva anche essere brutali, ma con stile.
Forse per questo motivo, nel 1969, decise di prendere alle sue dipendenze Carl Katlowsky, un pianista polacco. Il compito di Carl era quello di suonare, senza soluzione di continuità, il Concerto per piano n. 23 in A (il 1° movimento), ogni qualvolta Henry K. fosse stato impegnato, via cavo, per qualche importante presa di posizione.
Questo significava totale dedizione alla causa, visto che la circostanza si verificava abbastanza spesso e, non di rado, all'improvviso.
Carl Katlowsky non si tirò mai indietro. Fu sempre puntuale, all'occorrenza si fece trovare pronto anche nel cuore della notte, non prese mai un giorno di malattia. Suonò le stesse identiche note per quasi dieci anni, fino al 1977, quando venne congedato dal servizio.
In un'intervista rilasciata qualche anno dopo, Henry K. ammise che il pianista era stato prezioso, non solo per una questione di maniera, ma anche perché la musica del suo piano lo aveva aiutato ad instillare in lui quel salutare dubbio, utile a non deliberare in modo troppo avventato.
Anche se poi ammise che quell'esitazione era sempre durata giusto il tempo di un lampo di luce…
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